Il mio cammino nella pedagogia di Rudolf Steiner iniziò nel 2003 con l'ingresso di mio figlio in un giardino d'infanzia Waldorf. Con l'ausilio di ottimi insegnanti pian piano capii la grandissima importanza del gioco, per il bambino, non solo come spazio e tempo di svago ma, soprattutto, come esperienza formativa di vita e di crescita.
Per questo, vista la mia propensione per le arti manuali, dopo tre anni mi unii ad altre mamme per imparare la realizzazione di una bambola Waldorf.
E' una semplice bambola, realizzata interamente a mano con materiali naturali (maglina per il corpo, lana per l'imbottitura, seta per il ricamo di occhi e bocca, lana per i capelli) ma nella sua semplicità racchiude tutto ciò che un bambino necessita per giocare.
La sua costruzione segue dei canoni ben precisi non tanto nella proporzione corporea quanto, e soprattutto, nella sua sensazione tattile: la testa deve essere molto compatta, braccia e gambe ben sode, addome un po' più morbido...come nel corpo di un essere vivente.
Ne realizzai una per mio figlio, con cui lui giocò molto portandola a spasso nella sua bella carrozzina di vimini.
La costruzione della testa, fatta di legature interne che segnano la linea degli occhi, la nuca, il mento, segue delle regole ben precise. E preciso è il triangolo equilatero delimitato dagli occhi e dalla bocca: tre semplici puntini che consentono a questo gioco di assumere tutte le espressioni che la fantasia del bambino immagina.
Questa fu la mia prima bambola, quella che realizzai per me volendo fare esperienza prima di dedicarmi a quella per mio figlio.
Ricordo pomeriggi interi a ricamare la base della testa per poi assicurare, due a due, i lunghissimi capelli in kid mohair. Un lavoro lungo...ma che soddisfazione!
In seguito ne realizzai diverse su commissione: di norma preferisco realizzarle quando so a chi saranno donate. Un pensiero in più a quel bambino mi aiuta a dare una energia sempre diversa alla bambola.
Questa fu donata ad una bambina di Torino che desiderava una bambola grande (è 50 cm di lunghezza) e con i capelli ricci e biondi.
Dopo 4 anni dalla prima esperienza col gruppo di mamme la mia maestra di allora - una maestra d'asilo - mi ha voluto con sé per affiancarla nell'insegnamento ad altre mamme della confezione di questa bambola.
Ed è così che è "nato" l'ultimo bimbo!
E' ancora senza un abitino, ma col caldo che fa girare per casa in mutande credo non gli procurerà malanni.
Forse rivedrò un po' i capelli perchè mi pare che siano un po' vuoti sui lati del volto.
Per ora è seduto in poltrona e si accontenta di qualche gioco con un ragazzino, ormai quasi decenne.
Vedremo se rimarrà con noi o se qualcuno si farà avanti per una adozione. Chissa?